Oramai da anni a questa parte si ripete un fenomeno che vede - ad oggi - sfavoriti i professionisti più anziani (anche se teoricamente, di maggior esperienza) rispetto ai più giovani.
Attenzione a leggere correttamente il dato.
Le undici colonne decrivono gli undici livelli (da 2 a 12) di soddisfazione globale.
Ciascuna colonna indica l'età media di chi dichiara uno specifico livello di soddisfazione.
Quindi, per capirci, l'età media del gruppo che dichiara il più basso livello di soddisfazione (liv. 2) è di 53,8 anni, mentre l'età media dei più soddisfatti (liv. 12) è di 44,2 anni.
Nel 2015 l'età media del gruppo con indice di soddisfazione in assoluto più basso era di 52,4 anni e, per converso, l'età media dei più soddisfatti (con indice 12) era - sempre nel 2015 - di 37,4 anni, con un marcatissimo distacco di 15 anni di differenza di età media.
Nel 2017 il distacco fra i due estremi era di 10 anni.
Nel 2019 il distacco del valore dell'età media si era ridotto a 8,7 anni: poco più della meta' di quanto si verificava 6 anni fa.
Quest'anno il distacco risale un po' (a 9,6 anni) fra i due estremi di rilevamento, ma si appiana sensibilmente considerando i livelli di successo 9, 10 ed 11.
Probabilmente, il fenomeno è in parte dovuto alla chiusura delle attività meno corrispondenti alle nuove realtà professionali, ed ad una conseguente fase di normalizzazione delle fasce di età nelle attività residue.
Il fenomeno di fondo resta comunque confermato, anche se con significative eccezioni alla regola.
Un tempo i "giovincelli" all'inizio della carriera erano sotto ogni aspetto "gli ultimi arrivati", mentre i colleghi piu' anziani - grazie al consolidamento della loro professione - raccoglievano i frutti del loro lavoro.
Ora, la tendenza era e resta invertita: le fila meno soddisfatte del proprio lavoro sono quelle a cui appartengono i professionisti più maturi; per converso, i più entusiasti hanno un'età media tendenzialmente inferiore.