DATI 2019

Il metodo

Il campione del sondaggio: solo professionisti
I dati analizzati provengono da un campione totale di 1.011 interviste, di cui l'89,3% riferite ad attivita' professionali di colleghi Soci TAU Visual, ed il restante 10,7% riferite a colleghi professionisti, ma non Soci di TAU Visual.
Nel caso dei colleghi non-soci, nella fase di rilievo dati è stato effettuato un controllo sull'attendibilità dei dati, che ha portato a cancellare 3 profili, evidentemente non corrispondenti al vero (identità non veritiere).
I dati, quindi, sono in toto riferiti ad attività professionali normalmente inquadrate.
Anche in questo rilevamento si è voluto estendere il campione anche al di là dell'ambito dei Soci, perché la partecipazione alla condivisione di informazioni e vita associativa, di fatto, "modifica" il tessuto professionale; ci interessava avere anche una finestra di valutazione con una prospezione che non fosse influenzata dall'informazione proveniente dall'Associazione stessa.

Come leggere i dati

Solo un minuto per comprendere la dinamica di questa analisi (e per non farsi ingannare da una lettura superficiale dei dati).
Suggeriamo comunque di resistere alla tentazione di limitarti a "scorrere" i grafici per avere un'idea complessiva, e di non leggere i testi; gli elementi assolutamente più importanti sono evidenziati nelle parti testuali, NON rappresentabili nei grafici.

Nella quasi totalità dei casi, a meno che non sia espressamente indicato, i dati ed i relativi grafici NON esprimono elementi quantitativi; cioè, non dicono QUANTI COLLEGHI adottano quella scelta o compiono quella azione (dato curioso, ma privo di indicazioni utili) ma QUALI RISULTATI ottengono i colleghi che lo fanno.

Ci spieghiamo meglio (puoi vedere anche un brevissimo video introduttivo, da qui)

Analizzando sia il grado di soddisfazione personale, sia il grado di soddisfazione economica (quanto ti appaga umanamente, e quanto di rende economicamente il tuo lavoro in questo periodo) ad ogni scheda del sondaggio viene abbinato un "indice" (che giocherellonamente definiamo "Indice di TAU") che esprime - in una scala da 2 a 12 - il livello di soddisfazione complessiva.

Ad ogni domanda o indicazione, le risposte vengono quindi valutate abbinandole a questo valore; in questo modo, le domande a cui viene data risposta non sono del genere "quanti colleghi fanno questa cosa?" ma, con maggiore utilità: "come stanno andando le cose, in media, a chi fa questa cosa?"

Soddisfazione personale e Redditività

A ciascun partecipante al sondaggio viene richiesto - fra gli altri elementi - di indicare quale sia la propria percezione (su sei "gradini" standard) di andamento dell'attività, con differenti descrizioni del livello di percezione che si aveva dell'andamento della professione.
I "gradini" erano (e sono) questi:

1) sono in chiusura; non credo che potro' continuare
2) anche se sono in difficolta', voglio e devo reagire

3) sono piuttosto in calo, ma riesco ad andare avanti
4) sto tenendo le posizioni piu' o meno

5) le cose vanno abbastanza bene
6) per me e' un periodo decisamente buono, funziona!!!

Tuttavia, questa classificazione darebbe un'indicazione che - in alcuni casi -può essere parziale, dato che si basa molto sul livello di percezione dell'andamento, ma che può non coincidere con i risultati economici. 
Cioè, è possibile che alcuni colleghi siano molto soddisfatti dell'andamento dell'ultimo periodo, ma che lo siano in relazione alle aspettative, e non in relazione ai risultati reali. 
Per capirci: chi avesse da poco iniziato l'attività, e iniziasse a fare i primi lavori pagati decentemente, potrebbe indicare un grado di soddisfazione personale anche alto, ma senza che questa soddisfazione corrisponda ad una reale funzionalità anche sul piano economico.
Potrebbe cioè capitare che la soddisfazione sia anche tanta, ma la remunerazione economica non corrisponda.
Ecco perché nel rilievo è statointrodotto un altro elemento, distinguendo e separando il grado di soddisfazione personale (quello descritto con la "scala" dei sei punti precedenti) e, separatamente, quello dell'adeguatezza economica.

Ecco quindi, da aggiungere e parametrare con il primo dato, il secondo, quello relativo all'adeguatezza dei risultati economici.
I "gradini" sulla soddisfazione esplicitamente riferita al piano economico e di fatturato sono questi: 

1) del tutto insoddisfatto -  i guadagni sono irrisori;
2)
in difficolta' - gli introiti fotografici sono insufficienti;
3) cosi' cosi' - devo tirare un po' la cinghia
4) abbastanza soddisfatto - potrebbe andare meglio, devo stare attento ai costi;

5) soddisfatto - ottengo quello che mi serve
6) piu' che soddisfatto - mi rende piu' di quello che mi occorre

I due parametri sono poi stati "mashati" - mescolati fra loro - abbinando, per ciascun collega intervistato - la soddisfazione personale e quella economica. 
Si ottiene una scala di punteggio unico da 2 a 12, in undici gradazioni ("2" infatti, e' la sommatoria del minor grado di soddisfazione possibile, coi voti 1+1, e "12" e' il maggior punteggio, ottenuto da chi si dichiara massimamente soddisfatto di entrambe gli aspetti, 6+6).

In alcuni casi accorpiamo fra loro le risposte date dagli appartenenti a tre "grupponi" formati accomunando:

a) I colleghi in crisi (grado di soddisfazione complessivo pari a 2, 3, 4 o 5)
b) I colleghi che tengono le posizioni (grado di soddisfazione complessivo pari a 6, 7 o 8)
c) I colleghi molto soddisfatti od entusiasti del momento (grado di soddisfazione complessivo pari a 9, 10, 11 o 12).

Nota: nel primo gruppo (crisi) sono stati inclusi i punteggi fino a 5, perché una sommatoria di 5 presuppone che su almeno un aspetto (soddisfazione professionale o risultato economico) sia stata segnalata una situazione di difficoltà grave, pari al punteggio "2" di ciascuna scala.


Confronto soddisfazione - redditività

Come si nota dal grafico soprastante, la percezione soggettiva è praticamente sempre più ottimistica che quella economica.
Nei "gradini" negativi (le prime tre colonne, indicate dalle posizioni in "chiusura", "difficoltà" o "calo") la percentuale di percezione negativa è molto maggiore sul fronte del reddito (colonna giallo oro); al contrario, nei gradini di sensazione positiva (indicate da "stabile", "bene" ed "eccellente") è la colonnina della soddisfazione personale (verde) ad indicare percentuali più elevate, rispetto a quella del reddito.

Significa, cioè, che percepiscono come in calo, difficoltà e chiusura percentuali più alte di colleghi, e che più persone si sentano in condizione "privilegiata" (stabile, bene ed eccellente) sul piano della soddisfazione personale, piuttosto che su quello della soddisfazione economica

Questo ci ha consentito di raccogliere ed incrociare i dati, non limitandosi ad avere l'indicazione di come stessero andando in generale le cose, ma anche - cosa molto piu' importante - di avere indicazioni di quali siano le attività e gli atteggiamenti di chi sta andando bene.

L'Indice di TAU

Da questa prima raccolta dati si è passati alla "fase avanzata" del rilevamento: tutte le risposte alle successive domande sono state analizzate evidenziandone le caratteristiche a seconda che provenissero dal gruppo dei colleghi in crisi, o da quello dei mediamente soddisfatti, o da quello dei colleghi a cui le cose vanno davvero bene.

Come già spiegato, i due parametri della Soddisfazione personale e della Soddisfazione economica sono poi stati "mashati" - mescolati fra loro - abbinando, per ciascun collega intervistato - la soddisfazione personale e quella economica. 
Si ottiene una scala di punteggio unico da 2 a 12, in undici gradazioni ("2" infatti, e' la sommatoria del minor grado di soddisfazione possibile, coi voti 1+1, e "12" e' il maggior punteggio, ottenuto da chi si dichiara massimamente soddisfatto di entrambe gli aspetti, 6+6).


Questo ci ha consentito di raccogliere ed incrociare i dati, non limitandosi ad avere l'indicazione di come stessero andando in generale le cose, ma anche - cosa molto piu' importante - di avere indicazioni di quali siano le attivita' e gli atteggiamenti di chi sta andando bene.

Di fatto, quindi, sono state evidenziate undici sfumature di "mix" fra soddisfazione personale e reddito conseguiti, raggruppate in tre grandi "tronconi": crisi, mantenimento e successo.
Con un briciolo di scherzosa presupponenza, abbiamo definito "Indice di TAU" questo elemento, di fatto indicatore di quanto sia soddisfacente - sul piano umano e su quello economico - l'attività, per ciascun professionista che ha contribuito al rilevamento dati.
Quasi tutte le prossime valutazioni e rilevamenti sono stati incrociati con questi dato: chi pensa una certa cosa, segue una certa strategia o adotta un certo comportamento, che "livello" di "indice di TAU" ha?

Detto in altre parole, a chi segue certe azioni o comportamenti, come vanno le cose?

In rapporto ai due rilevamenti precedenti va rilevato un piccolo miglioramento nelle fasce di "mantenimento": si sentono in posizione di "mantenimento buono" e "mantenimento soddisfacente" percentuali superiori a quelle degli scorsi anni.
Va comunque rilevato che il 77% segnala di tenere le posizioni o di andare bene, mentre meno del 23% segnala di essere in crisi.

Nel 2019:
22,3% gruppo in crisi (numericamente in calo dello 0,5%)
48,7% gruppo in mantenimento (numericamente aumentato dello 0,8%)
29,0 % gruppo di successo (numericamente in calo dello 0,3%)

Nel 2017, erano:
22,8% gruppo in crisi (+0,6%)
47,9% gruppo in mantenimento (+1,2%)
29,3 % gruppo di successo (-1,8%)

Nel 2015 , erano:
22,2% gruppo in crisi
46,7% gruppo in mantenimento
31,1% gruppo di successo

Il bacino di attività

Un primo elemento crociato è stato condotto sull'ampiezza del bacino di afferenza della clientela.

La domanda posta nel questionario era la seguente:

La tua clientela è - almeno in buona parte - proveniente dalla regione in cui risiedi?
Oppure la tua è completamente indipendente dalla tua collocazione, e i clienti provengono da tutte le regioni / nazioni? (ad esempio, nel caso di attività di agenzia stock)
I tuoi clienti provengono...
a) Per la maggior parte dalla mia regione
b) Per metà dalla mia regione, per metà da altrove
c) Da dovunque

La prima barra (blu ) corrisponde all'indice di soddisfazione medio rilevato in chi lavora prevalentemente sul bacino locale.
La seconda barra (bluette) rispecchia l'"indice di TAU" per chi ha clientela mista.
L'ultima barra (azzurro chiaro) indica il livello di soddisfazione media in chi conta su una clientela senza specifica provenienza geografica (ad esempio: stock, editoria, eccetera).

Come si nota, la condizione mediamente più favorevole è quella della provenienza mista della clientela, mentre il livello di soddisfazione di chi opera con una clientela locale e' sensibilmente meno alto.
Ricordiamo, per inciso, che la "media" complessiva dell'Indice è di 7,25: i valori sotto tale media segnalano una non desiderabilità di quella scelta, soluzione od atteggiamento.

La regione di attività

Nel SOLO CASO in cui l'attività fosse stata dichiarata come riferita prevalentemente alle realtà locali, si è analizzato quale grado complessivo di soddisfazione media fosse indicato, ponendolo in relazione alla provenienza geografica.

La prima "barra" esprime l'indice di soddisfazione media dei colleghi che operano all'estero.
Le altre barre indicano il livello medio di soddisfazione di chi abita le diverse regioni.

Essendo la media di soddisfazione di 7,25, le Regioni in cui è stata segnalata una condizione piu' disagiata sono: Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli, Lazio, Liguria (quest'ultima fanalino di coda), Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino e Valle d'Aosta.
Le condizioni più favorevoli sono state segnlate innanzitutto per l'estero, nel suo complesso, e poi - in alcuni casi abbastanza a sorpresa (forse per una minore concentrazione di concorrenza): Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria.
Le restanti, abbastanza allineate con la media nazionale.

Dimensione del centro urbano

Esiste una correlazione fra le dimensioni del centro in cui si opera e l'efficacia del lavoro svolto?
La grande città favorisce le relazioni professionali, o meno?
Una prima risposta indicativa proviene dalla correlazione fra "Indice di TAU" e dimensioni del centro in cui il professionista opera:

Questa la domanda (e la conseguente classificazione) proposta:

"La sede della tua attività è:
una grande città (piu' di 1.000.000 di abitanti)
una città media (piu' di 200.000 abitanti)
una piccola (da 50.000 abitanti)
o un paese - piccolo centro (poche migliaia di abitanti)?"

Nel confronto con lo scorso rilevamento, balza all'occhio il livellamento della percezione, in rapporto alle dimensioni del centro in cui si opera; qualche tempo fa, i centri intermedi erano un po' svantaggiati, rispetto alle grandi città ed ai piccoli paesi. Ora, salvo una marginale débacle dei centri medi, orientativamente la soddisfazione si equivale un po' ovunque.

Età media

Oramai da anni a questa parte si ripete un fenomeno che vede - ad oggi - sfavoriti i professionisti più anziani (anche se teoricamente, di maggior esperienza) rispetto ai più giovani.
Allo scorso rilevamento (2017) per la prima volta si era manifestata una certa battuta di arresto, e la tendenza alla normalizzazione risulta maggiormente acuita in questi anni.

Nel 2015 l'età media del gruppo con indice di soddisfazione in assoluto più basso era di 52,4 anni e, per converso, l'età media dei più soddisfatti (con indice 12) era - sempre nel 2015 - di 37,4 anni, con un marcatissimo distacco di 15 anni di differenza di età media.
Nel 2017 il distacco fra i due estremi era di 10 anni.
Ora - 2019 - il distacco del valore dell'età media si è ridotto a 8,7 anni: poco più della meta' di quanto si verificava 4 anni fa.

Anche se - ancora - nel gruppo più sconfortato (livello 2 e 3) l'età media resta più elevata, e nel gruppo di maggior successo (9, 10, 11 e 12) l'età media scende ai minimi, rispetto agli scorsi anni la distribuzione delle età diviene più normalizzata, evidenziando un maggior equilibrio.
Probabilmente, il fenomeno è in parte dovuto alla chiusura delle attività meno corrispondenti alle nuove realtà professionali, ed ad una conseguente fase di normalizzazione delle fasce di età nelle attività residue.


Il fenomeno di fondo resta comunque confermato.
Un tempo i "giovincelli" all'inizio della carriera erano sotto ogni aspetto "gli ultimi arrivati", mentre i colleghi piu' anziani - grazie al consolidamento della loro professione - raccoglievano i frutti del loro lavoro.
Ora, la tendenza era e resta invertita: le fila meno soddisfatte del proprio lavoro sono quelle a cui appartengono i professionisti più maturi; per converso, i più entusiasti hanno un'età media percettibilmente inferiore.

Anni trascorsi dall'inizio dell'attività

Un forte segno di normalizzazione, invece, viene dall'indice di TAU confrontato al variare dell'anzianità di attività (cioè da quanto tempo è aperta l'attività professionale).
L'elemento di fondo resta uguale, questo è vero: in linea di massima, quanto è maggiore l'anzianità dell'azienda, tanto piu' elevata è la possibilità che la soddisfazione sia bassa.
Tuttavia, in quest'ultimo periodo si e' visibilmente ridotta la sperequazione dei risultati in rapporto con il tempo trascorso dell'apertura dell'attività - senza considerare direttamente quale sia l'età anagrafica del fotografo.

Mentre resta percepibile il fenomeno per il gruppo più sconfortato (indice: 2, con circa 20 anni di media dall'apertura dell'attività), la distribuzione inversamente proporzionale indica una marcata tendenza alla normalizzazione di questo dato.
Le attività più giovani restano quelle favorite, ma in modo meno smaccato.

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2019

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2017

(Nel grafico più piccolo, lo stesso dato rilevato nel 2017: la sperequazione fra soddisfazione e anni di attività era molto più marcata)

Settori attività ed indice di soddisfazione

Con i primi sondaggi condotti dall'Associazione molti anni fa, esisteva ancora una consolidata relazione fra il settore di specializzazione e la possibilità di successo.
Da alcuni anni a questa parte, invece, questa relazione univoca è venuta - via via - sempre meno, trasformandosi in un'altra constatazione di fatto.
Ad essere determinante nel proprio successo non è più solo - o prevalentemente - cosa si fa, ma anche - e spesso soprattutto - come lo si fa.

Detto questo, va segnalato che si confermano essere settori a buon livello di soddisfazione la fotografia di arredamento ed interior, i ritratti di famiglia e bambini, il video commerciale.
Tutt'e tre queste specializzazioni avevano delle buone posizioni anche nel rilevamento 2017 (piccolo, a fondo pagina, colonne in azzurro).
In significativo miglioramento, poi, il settore delle opere a serie limitate, balzate da un'indice di TAU di 5,4 (2017) a 7,5 (2019).

2019

Hanno invece bassi indice di soddisfazione il fare "un po' di tutto", la fotografia per book di modelle e modelli, la fotografia sportiva e di eventi, il video per privati.
In calo, rispetto al rilevamento scorso del 2017, il settore moda - lifestyle

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2017

Eventuali attività collaterali

Alcuni Colleghi differenziano l'attività fotografica "pura" dedicandosi anche ad attività collaterali non specificamente fotografiche.
Con lo stesso criterio analitico usato finora (non la rilevanza numerica, ma la media di soddisfazione all'interno dei "sottoinsiemi" considerati), è stato estrapolato l'indice di soddisfazione globale in relazione alle attività collaterali svolte.
In testa a tutte le attività troviamo l'organizzazione eventi: probabilmente perché il Collega che si ingegna su piani complessi come l'organizzazione ed il coordinamento di interi eventi ha un'indole ed una predisposizione molto proattiva, già del suo...
Buon "rating" anche per il tenere corsi e fare docenza (predisposizione all'assertività?) e per la competenza su CGI (computer generate imaging).
Scarsa l'abbinata con il livello di soddisfazione con la postproduzione conto terzi e la dedizione al multimediale.


Canali promozionali principali

La domanda posta ai Colleghi era questa:

Se usi qualche canale specifico di promozione, quale ritieni che sia quello che - per il tuo caso - funziona meglio degli altri? (ti chiediamo di indicarne solo uno, il migliore, anche se - spesso - ne vengono usati tanti). L'elenco era proposto randomizzato.

Piuttosto a sorpresa, è emerso un livello medio di soddisfazione molto alto in concomitanza con l'utilizzo delle campagne email.
Una lettura critica del dato (che, in sè e per sè, non significa assolutamente: "buttatevi sulle campagne email!") può essere questo: chi usa come canale principale la promozione tramite email deve puntare su una ricerca selezionata di clientela, dato che l'attuale politica antispam penalizza pesantemente i tentativi di promozione "casuale", ad un pubblico indistinto. Giacchè, quindi, l'evoluzione dei sistemi di distribuzione email ha obbligato ad elevare la qualità della profilazione dei propri interlocutori, è credibile che i Colleghi che si sono dedicati con attenzione alle DEM (direct email marketing) abbiano, al contempo, sviluppato una buona od ottima consapevolezza delle esigenze della propria clientela.
Va per contro rilevata la scarsa soddisfazione di chi nell'ultimo periodo si è affidato a campagne affissione ed iniziative locali.



Canali promozionali principali

La domanda posta ai Colleghi era questa:

Se usi qualche canale specifico di promozione, quale ritieni che sia quello che - per il tuo caso - funziona meglio degli altri? (ti chiediamo di indicarne solo uno, il migliore, anche se - spesso - ne vengono usati tanti). L'elenco era proposto randomizzato.

Piuttosto a sorpresa, è emerso un livello medio di soddisfazione molto alto in concomitanza con l'utilizzo delle campagne email.
Una lettura critica del dato (che, in sè e per sè, non significa assolutamente: "buttatevi sulle campagne email!") può essere questo: chi usa come canale principale la promozione tramite email deve puntare su una ricerca selezionata di clientela, dato che l'attuale politica antispam penalizza pesantemente i tentativi di promozione "casuale", ad un pubblico indistinto. Giacchè, quindi, l'evoluzione dei sistemi di distribuzione email ha obbligato ad elevare la qualità della profilazione dei propri interlocutori, è credibile che i Colleghi che si sono dedicati con attenzione alle DEM (direct email marketing) abbiano, al contempo, sviluppato una buona od ottima consapevolezza delle esigenze della propria clientela.
Va per contro rilevata la scarsa soddisfazione di chi nell'ultimo periodo si è affidato a campagne affissione ed iniziative locali.


Social networks utilizzati

La domanda posta ai Colleghi era questa:

Ti chiederemmo ora di indicare quanto importanti sono per il tuo concreto lavoro (fatturato) i Social Network ed i relativi canali. Indica, da 1 a 5 l'influenza che ha ciascun canale sul tuo fatturato
1 = ininfulente | 2 = marginale | 3 = interessante | 4 = importante | 5 = decisivo

Attenzione: anche in questo caso non ci siamo posti la domanda: "quanti colleghi usano questo o quell'altro social", quanto piuttosto: "come vede andare la sua attività, chi ritiene più o meno importante un determinato canale social"?

Entrambe gli elementi che emergono sono molto significativi:
a) Con un trend assolutamente costante e ripetuto, qualsiasi sia il canale utilizzato, alla constatazione che la presenza sul social in questione è importante corrisponde un direttamente proporzionale aumentato livello di soddisfazione. Detto in altri termini: chi ritiene importante essere visibile sui social, ottiene risultati tangibilmente migliori. Un'ulteriore riprova - se mai ce ne fosse bisogno - che (volenti o nolenti)  la presenza sui social rappresenta una delle variabili importanti nella professione attuale.
b) Numericamente parlando, questi canali vengono usati "massivamente" (cioè ritenuti interessanti, importanti o decisivi) da queste proporzioni di colleghi:
Facebook = 50,8%
Instagram = 41,6%
Youtube = 10,7%
Vimeo = 10,3%
... ma, al di là delle proporzioni numeriche - che ci siamo detti essere poco significative - è molto interessante notare che chi ritiene essere "importante" o "decisivo" Youtube e Vimeo (video di qualita') coincide con professionisti con un livello di soddisfazione sensibilmente più alto della media.

L'uso massivo di altri canali social o similari si abbina ad indici di soddisfazione piuttosto bassi.
Ricordando che la media generale dell'indice 2019 è di 7,25, solo chi ha segnalato come importante Pinterest (7,5) si è collocato almeno un poco sopra la media.


Un'ultima considerazione sulla valutazione di importanza dei diversi social, incrociata con il settore dispecializzazione.
Attenzione: solo per questo grafico, i valori numerici non sono riferiti all'indice di soddisfazione (indice di TAU, da 2 a 12), ma alla media del valore numerico attribuito a ciascun social, secondo questa scala:
1 = ininfulente | 2 = marginale | 3 = interessante | 4 = importante | 5 = decisivo
Questo significa che - ad esempio - fra i colleghi che si occupano di book per modelle/i (seconda riga), Facebook viene considerato fra "interessante" (3) ed importante (4), con una media di 3,13; Instagram ha una media di 2,88 (quasi 3, "interessante"); Youtube e Vimeo rispettivamente 1,63 e 1,14 (fra "ininfluente" e "marginale".

Quanto influente è il sito web dell'attività

Va detto che nel porre la domanda su quanto si ritenesse importante il sito web (quindi, non una pagina social, ma proprio il sito professionale) ci saremmo aspettati un calo di significatività dei siti, resi meno importanti dal massiccio uso dei social, enon solo in abbinamento, ma anche in sostituzione del sito tradizionale.

Per certi versi, questa tendenza è confermata: l'undici per cento dei colleghi NON ha per nulla un sito, ed un ulteriore 9,2% ritiene il sito del tutto ininfluente. Nell'insieme, il 20,2% dei professionisti non conta per nulla sull'apporto comunicativo del sito.
Ma, come ci siamo detti, in questa analisi non ci interessa farci fuorviare dal dato numerico grezzo: un professionista su cinque - va bene - "schifa" il sito; ma al di la' di questa curiosità, nei fatti che relazione c'e' fra importanza data al proprio sito professionale e risultati ottenuti?
Questa è stata una sorpresa: esiste una relazione diretta fra l'importanza attribuita al sito e l'indice complessivo di soddisfazione. Chi non ha un sito o lo ritiene ininfluente, veleggia attorno ad un valore di indice di soddisfazione di 6,5 (media generale: 7,5); per contro, chi ritiene "decisivo" il proprio sito, si assesta attorno al 7,90.

Fonti di aggiornamento tecnico

La domanda posta ai Colleghi era questa:

Per aggiornare le tue competenze tecniche, cosa fai?
(anche in questo caso, pur sapendo che si sfruttano canali multipli, ti chiediamo di indicarne da uno a massimo tre, quelli che ritieni più determinanti, per la tua esperienza)

Ed ecco i risultati:

A costo di risultare molesti: il grafico (ed i dati) non si soffermano sull'acritica considerazione di "quanta gente fa questa cosa", ma sull'abbinamento fra azione compiuta e livello di soddisfazione professionale ottenuto.

(Per fare una citazione poco dotta ma efficace, riportiamo l'aforisma: "Ottocento miliardi di mosche non possono sbagliare: mangiate cacca". 
Un'affermazione iperbolica che ironizza sul fatto che l'imitazione della massa non sia per nulla una garanzia di qualità o di convenienza)

Tornando a noi: il ruolo di elemento trainante viene giocato dalla frequenza di workshop internazionali.
Ovviamente, esistono più modi di interpretare il dato: non solo il banale "mescolarsi con culture diverse dalla nostra produce effetti positivi sulla creatività", ma anche: "chi ha un atteggiamento di fondo abbastanza proattivo da alzarsi dalla poltrona ed andare ad esporsi fuori dalla propria <confort zone>, sarà anche positivo e proattivo nella propria attività".
Oppure, anche un cinico: "Esiste questa correlazione perché a chi vanno bene gli affari restano abbastanza soldi in tasca da potersi permettere viaggetti all'estero"...
Tutte "letture" lecite. Resta il fatto che le scelte compiute magari non sono determinanti prese singolarmente, ma certo lo diventano nel loro complesso.

La dice lunga anche il fatto che il gruppo di colleghi che ritiene di avere già competenze a sufficienza (quindi, con un'alta considerazione di sé e delle proprie capacità) incassa il più basso livello di soddisfazione reale, con un indice di 6,72.

Atteggiamenti personali nei confronti della professione

Un'ultima chicca nell'indagine 2019: la ricerca dell'eventuale esistenza di relazione fra l'atteggiamento di fondo nei confronti della professione, ed i livelli di soddisfazione personale raggiunti.

Le domande erano:
a) Per te è più importante adattarsi alle condizioni mutate, o sapere perseverare sulla strada intrapresa?
b) Per te è preferibile essere entusiasta ed impulsivo (è il cuore a muovere la vita) oppure calmo e ragionevole (è la testa che consente il controllo)
c) Per te il lavoro va affrontato come un divertimento oppure come una responsabilità?

Per ciascun quesito, si poteva rispondere secondo una gradazione, dove il valore più basso (1) corrispondeva all'atteggiamento più "progressista" e "scapestrato", mentre il valore piu' alto (7) corrispondeva al lato più "conservatore" ed "assennato".

Per te è più importante adattarsi alle condizioni mutate, o sapere perseverare sulla strada intrapresa?


Per te è preferibile essere entusiasta ed impulsivo (è il cuore a muovere la vita) oppure calmo e ragionevole (è la testa che consente il controllo)


Per te il lavoro va affrontato come un divertimento oppure come una responsabilità?

Ne emerge, anche se ognuno deve rendere conto prima di tutto a sé stesso ed alla propria indole, che un atteggiamento più leggero, sereno e possibilista è più probabile che si accompagni a buoni frutti, mentre la "mediazione" fra i due modi d'essere sia forse un po' "frenante".

L'evoluzione negli anni

Il Sondaggio fra i Soci TAU Visual viene ripetuto con cadenza orientativamente biennale.
Ecco un raffronto dell'indice di soddisfazione nella sua evoluzione nel corso degli ultimi anni

Grazie!

Un vero e sentitissimo GRAZIE ai Colleghi che hanno collaborato con noi permettendo la raccolta di questa base di dati utili per tutti gli operatori, e per la categoria.
Se non sei ancora Socio, e vuoi trovarti fra colleghi sentendoti meno solo in questa avventura, prendi in considerazione di chiedere anche tu l'ammissione come Socio.
Vedi a www.iscriviti.org